Quali EROI

Energy Returned On Energy Invested. 

Se pensavate che questo articolo parlasse di “eroi” intesi come esempi di vita quotidiana, vi siete lasciati ingannare da un acronimo tutto inglese, che indica invece un “ritorno energetico sull’investimento energetico”.

Parlare di questo valore calcolato secondo criteri matematici significa focalizzarsi ancora una volta su uno strumento di misurazione che può fornirci un quadro completo di quanta energia stiamo producendo rispetto a quella consumata (un calcolo che si tende a fare poco e che invece è utilissimo per comprendere quanto costi realmente la produzione energetica anche considerando i costi di mantenimento) perché qualsiasi fonte di energia comporta una certa quantità di energia investita, che possiamo considerare “congelata” o “interna” a quella principale.

Il calcolo è abbastanza semplice e lo si effettua dividendo l’energia ricavata (ex. da un impianto) per l’energia spesa (ex. per costruirlo e mantenerlo). Per energia ricavata si intende ogni forma effettivamente usabile di energia, mentre per energia spesa si conteggia solo quella a carico umano.  

È fondamentale tener presente che l’EROI si ottiene considerando quantità di energia messe in gioco anche in tempi diversi e che la sua rilevanza dipenda anche dal tasso di sconto assunto per l’energia investita. A seguito di questo calcolo, noi siamo così in grado di valutare se quella fonte energetica sia conveniente o meno.

Se per esempio una fonte energetica possiede un EROI inferiore a 1, essa va considerata in perdita poiché queste tipologie di fonti non possono in alcun modo essere considerate fonti primarie di energia e il motivo è semplicissimo: il loro sfruttamento nel breve o lungo periodo impiega più energia di quanta ne ricava. 

Un parametro di questo tipo, seppur non esente da critiche, è un valore di misurazione indispensabile per progettare al meglio un piano energetico efficace che porti ad un risparmio sull’energia prodotta e che renda al meglio delle sue potenzialità: il rapporto costi/benefici, come in tutti i prodotti del mercato, deve pendere verso i benefici o l’operazione sarà economicamente (ed energeticamente) non interessante.

Chiudo con un esempio che possa farvi capire meglio quanto può essere utile calcolare l’EROI di una determinata fonte energetica (magari per trovarne di alternative, più pulite e decisamente più efficienti) e mi riferisco alla più classica delle fonti fossili: il petrolio.

Il calcolo sull’EROI sarà pari all’energia resa da un barile di petrolio diviso l’energia necessaria per ottenere la stessa quantità di petrolio (indagini geologiche, trivellazioni, estrazione e trasporto). 

Agli inizi dell’era petrolifera questo rapporto era ovviamente molto favorevole, con un EROI che arrivava circa a 100: l’energia impiegata per estrarre 100 barili di petrolio era pari ad 1 solo barile. Col passare degli anni e con un aumento costante della domanda si è cominciato a sfruttare giacimenti via via più isolati, piccoli e difficili da raggiungere, creando circostanze che hanno contribuito a diminuire costantemente l’EROI del petrolio.

Che senso ha, infatti, che io bruci un coefficiente di petrolio superiore a quello che voglio estrarre? Il gioco non sta in piedi e non conviene.

Calcolando l’EROI, insomma, noi possiamo comprendere le dinamiche economiche dietro a una qualsiasi fonte di energia: un buon modo per comprendere l’insostenibilità sempre più pressante del fossile e per dare una chance economica a tutte quelle fonti valutate ancora come “secondarie” che potrebbero invece valere molto nel mondo che sarà.

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