Discariche

Eh si… ne stiamo ancora costruendo di nuove.

In un’epoca proiettata in direzione della sostenibilità ero convinto che il “problema rifiuti urbani” stesse evolvendo di pari passo con quello delle nuove istanze che si stanno delineando in questi tempi: gestione, capacità ridistributiva, organizzazione pensata. 
Mi sbagliavo, forse ingenuamente. Anche oggi infatti, nel tempo delle molteplici forme di riciclo, all’inizio di un nuovo paradigma che potrebbe riassumersi in meno è meglio, la produzione e lo smaltimento di rifiuti è ancora un tema caldo su cui dibattere. Il fulcro della questione è dove mettere tutti i rifiuti che si producono. 
La risposta è la più ovvia e allo stesso tempo spiazzante che vi viene in mente: nelle discariche. Dico spiazzante e ovvia perché trovo anacronistico, nell’attuale presente, concepire lo “smaltimento” in questi termini. Si dovrebbero infatti intendere i “rifiuti” in una accezione completamente nuova e cioè non come un qualcosa che bisogna necessariamente eliminare, ma un qualcosa che si possa riutilizzare anche molte volte, facendoli entrare in quelle logiche di economia circolare di cui tanto abbiamo parlato ripetutamente in questo blog. C’è poi la questione (per nulla insignificante) dei materiali: trovarne non solo di ecosostenibili, ma anche di facilmente riciclabili e riutilizzabili.
Sono tutte opzioni che noi di Mixcycling studiamo quotidianamente, cercando di creare beni e oggetti che siano in linea con quanto detto sopra e che possiedano queste caratteristiche specifiche, che possano favorire la nascita di un nuovo modo di pensare il “ciclo vita” di un materiale o di un prodotto.
Per evitare le classiche discariche, c’è bisogno quindi di un paradigma diverso. Per fare un passo avanti e per dare un input alle nuove “discariche” come luoghi di continuo riutilizzo, di minimo spreco, di economia circolare e ciclica.
Solo così nulla sarà più definito davvero “rifiuto”. Non nei termini classici, almeno.

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