Ci siamo soffermati molto su tanti diversi concetti che ruotano attorno al mondo green e sostenibile, aprendo anche numerose discussioni teoriche riguardo a questo enorme spazio di idee, messaggi e innovazioni. 

Quello che non abbiamo ancora attentamente analizzato qui è però il come far passare queste nuove nozioni. Il tema è complesso e richiede un’analisi piuttosto approfondita. Partiamo da una domanda: in che modo i vari temi che abbiamo fin qui toccato sono approfonditi e diramati dai soggetti che se ne dovrebbero interessare?

Mi riferisco alle aziende che sponsorizzano i propri prodotti ma anche agli enti governativi che promuovono nei vari territori iniziative a stampo green, o a tutte quelle categorie che ruotano attorno a questo universo che si professa sostenibile ma che spesso non comprende i modi e i mezzi per comunicare i traguardi e le informazioni a disposizione. 

C’è un concetto che mi sta particolarmente a cuore e che vorrei qui visionare teoricamente portando un paio di esempi pratici: il concetto di affordable (tradotto in italiano, accessibile) che ci permette di capire istintivamente il messaggio che vogliamo trasmettere. Esiste infatti un problema di comunicazione e sta a noi fare in modo di invertire questa rotta, lasciamo che siano i sensi a guidare le nostre scelte.

Partiamo da un esempio.

Sono ormai presenti a livello italiano ed europeo (concentriamoci sul nostro continente) protocolli e regole giustissime in tema green. Queste informazioni così importanti andrebbero diramate e rese capibili al grande pubblico, ma così non è. 

Anzi, spesso appaiono alla stragrande maggioranza della popolazione come una complicata costruzione burocratica irrealizzabile che fa perdere interesse per tutti i punti focali racchiusi all’interno di essa. Questo discorso può essere applicato in misura identica anche a molti prodotti sponsorizzati.

Facciamo un esempio pratico parlando del compostabile. Esistono ormai svariate classificazioni per definirlo, eppure la maggior parte delle persone appare confusa nell’utilizzare le informazioni messe a disposizione dai vari enti che dovrebbero occuparsene. Così facendo l’intero processo di acquisizione di una conoscenza non solo viene interrotto ma il concetto stesso esce depotenziato dal discorso, che si esaurisce nell’immediato senza portare nessun risultato teorico e pratico.

In Mixcycling agiamo in modo completamente diverso quando ci interfacciamo ad un nuovo materiale da proporre. Ci prefissiamo infatti il concetto di materiale comunicativo e in questa definizione è racchiusa tutta l’essenza dell’idea che sta alla base di questo mio nuovo articolo: paragonando l’approccio di un materiale all’incontro con una persona, è spesso la prima impressione a fare la differenza. Noi semplicemente agiamo in modo che quel materiale, nella sua stessa conformazione fisica e tattile, racchiuda le informazioni che vogliamo passare a chi lo guarda e a chi probabilmente lo sceglierà.

Non è un’operazione così complicata come sembra: quando tu hai di fronte un oggetto che ti comunica naturalezza, è il tuo istinto a fartelo scegliere rispetto a un altro.

Questo discorso vale moltissimo rapportato alle nuove generazioni poiché sappiamo quanto sia complicato catturare la loro attenzione nell’immediato: c’è molto interesse alla sostenibilità ma bisogna comunicare tutto e subito, in modo diretto ed efficace, per veicolare al meglio e velocemente il messaggio (l’essenzialità del linguaggio touch screen in questo insegna).

Si tratta insomma di creare per i contenuti una linea diretta con chi ne dovrà fruire.

Non banalizzandoli, non raccontando meno e peggio ma rendendoli affordable, accessibili appunto. Solo così essi possono non solo viaggiare meglio e coinvolgere un numero sempre maggiore di adepti ma anche e soprattutto ampliare informazioni basilari magari poco conosciute anche se preziose.

Nel grande mare della comunicazione è spesso complicato trovare da un lato un modo personale di promuovere un prodotto o un’idea e dall’altro una via di accesso a tante persone ma se questo accade magicamente quell’idea e quel prodotto riescono a far breccia e ad interessare un numero di persone elevato, creando movimenti, nuove idee e rivoluzionando l’intero sistema. Per questo è così importante il concetto di affordable: rendere accessibili le informazioni è un dovere morale per non disperderle. Possiamo adempiere a questa mission lavorando di più sulla comunicabilità di un oggetto, sulla sua qualità tattile, sull’immediatezza di un principio o sulla capacità comunicativa di un brand.

Dipende da quello che dobbiamo dire, come lo vogliamo dire: nel miglior modo possibile, indubbiamente.

Call to action:

  • Se hai un’azienda, chiediti sempre se il prodotto e l’idea che stai proponendo è supportata da un linguaggio capibile al grande pubblico, senza banalizzarlo
  • Se parli di green (ma anche di altro, è una regola abbastanza generale) pensa che il tuo interlocutore potrebbe non possedere nozioni per te basilari. 

Non scoraggiarti e imposta il tuo discorso in modo che sia interessante e che invogli anche i neofiti

  • Non prediligere mai la forma al contenuto, ma cerca sempre una strada di compromesso che possa esaltare entrambe le componenti

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