È essenziale, nella vita come nel lavoro quotidiano, essere riconoscibili. 

Ognuno di noi è unico e non replicabile: una bella idea filosofica, che ci dovrebbe spingere a sorridere davanti alla nostra particolarità.

Trasportando il concetto ai prodotti che regolarmente scegliamo o creiamo, possiamo dire lo stesso?

Nella produzione “in serie” sappiamo benissimo che questo concetto non è contemplato: un bullone è uguale ad almeno altri cento bulloni e i beni “fatti a mano” che in un tempo non troppo lontano abitavano le case dei nostri nonni sono oggi un ricordo vago, soppiantati da altri in tutto e per tutto identici a quelli di altri miliardi di cittadini del mondo.

Questa serializzazione del mondo artigiano ha portato a conseguenze estetiche a tratti devastanti: si sono persi molti antichi saperi, si sono estinte professioni a tratti anche arcaiche, anche il nostro sguardo si è standardizzato su modelli prestabiliti e ha perso l’abitudine a riconoscere il particolare.

Questo non significa però che quel particolare non sia ancora, in fondo, un qualcosa da cercare per la maggior parte delle persone: l’idea dell’unicità di un prodotto infatti ci affascina sempre. Si pensi per esempio ad una collezione di bicchieri fatti con vetro soffiato, oggetti peculiari in tutte le loro caratteristiche, figli del singolo soffio che li ha prodotti, di quel momento particolare.

Non vi nascondo un certo romanticismo in questa analisi ma è pur sempre vero che ogni prodotto ha e appartiene ad una storia: raccontarla bene ne denota l’unicità di mezzo sì materiale, ma anche emozionale.

Queste (e altre) riflessioni mi hanno portato all’elaborazione di Idcork, uno strumento di tracciabilità e identificazione di un tappo di sughero. Detta così pare qualcosa di difficile ma vi assicuro che non lo è affatto.

Il concetto infatti è piuttosto semplice e riprende in parte ciò che già avevo scritto in un mio precedente articolo: la peculiare unicità del materiale sughero.

La trama del sughero è, infatti, paragonabile ad un’impronta digitale, unica e non replicabile.

Da questa idea parte Idcork: con tecnologia laser, noi applichiamo un codice univoco su ogni singolo tappo che viene poi scannerizzato, e l’immagine viene caricata in un database digitale disponibile per vent’anni. Ciò ci permette di gestire la qualità sul singolo tappo, nel tempo. 

Il codice univoco di ID-CORK permette insomma al consumatore finale di acquisire informazioni sul prodotto acquistato, come zona e periodo di estrazione del sughero, dati sulla lavorazione del tappo, caratteristiche del vino e della cantina, validando in questo modo la sua autenticità.

È uno strumento innovativo, un modo nuovo di vedere il prodotto, un punto di vista diverso che permette una tracciabilità, una linea guida, un’identificazione di un progetto produttivo.

Non è solo un’idea divertente, dunque: entrando in idcork.com il cliente è consapevole dell’unicità del suo tappo, lo sente e lo inquadra come oggetto selezionato, frutto di una filiera produttiva attenta che offre soltanto il meglio a livello qualitativo. 

La bellezza di tutto questo meccanismo sta nel sentirsi proprietario di un qualcosa che ha fatto uno specifico cammino, che è arrivato sulla nostra tavola dopo un’attenta analisi.

È un modo nuovo di concepire il prodotto: con esso si interagisce attivamente, comprendendo l’unicità, assaporandone la bellezza tattile, la storia, il discorso etico da cui è partito.

In parole povere, si inquadra il prodotto nella categoria dei “beni”, di qualcosa di estremamente prezioso che rappresenta ben più di quanto si possa, ad una prima occhiata, anche solo immaginare.

Call to action

  • Visita idcork.com!
  • Se hai un tappo con questa speciale tecnologia conoscitiva, prova ad inserire il codice all’interno del sito e controllane l’unicità
  • Allarga il concetto teorico di unicità ai beni della tua vita: quelli che acquisti, ma anche quelli che produci!

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