La pratica quotidiana della sostenibilità richiede strumenti informativi adeguati e buone pratiche di riutilizzo dei materiali che (inevitabilmente) siamo costretti ad impiegare nel nostro vivere di tutti i giorni, sia come individui sia come enti produttivi.

Dal mio punto di vista manageriale posso constatare la grande importanza, per esempio, dell’economia circolare, un concetto che permette di costruire rapporti di utilizzo e riutilizzo della materia con sprechi minori se non addirittura nulli, con benefici sia ambientali che produttivi.

La Guida della Plastica che abbiamo redatto in Mixcycling (di cui vi ho già parlato in uno dei precedenti articoli) descrive così il concetto di circular economy:

“L’idea di un’economia circolare è nata in contrasto con l’idea più “tradizionale” di 

economia lineare, dove il prodotto è realizzato, utilizzato e gettato via. Questo 

approccio si basa sul trinomio ‘prendere-fare-sprecare’. 

In contrasto, il modello di economia circolare sostiene un migliore uso di risorse in modo che dopo essere stato consumato il prodotto è recuperato o riciclato e può essere riemesso nel processo produttivo.”

La nostra realtà di piccola start-up si sforza di tener fede a questo concetto, perciò ha introdotto l’idea di economia triangolare all’inizio del 2020, producendo i primi materiali utilizzando scarti di produzione dei clienti e creando una nuova miscela utilizzabile per realizzare un imballaggio per lo stesso prodotto che aveva generato lo scarto. 

Questa tipologia di approccio è così in grado di ridurre l’inefficienza della catena di approvvigionamento.

Prendendo come esemplificativo il caso della plastica, risulta particolarmente affascinante “riportare” questo materiale nel posto dove è stato acquistato, con la finalità di riutilizzarlo. Ma non c’è solo la plastica: Mixcycling infatti cerca, attraverso il concetto di closed loop reuse di prendere un materiale, usufruirne e poi riportarlo dove l’ha acquistato per un riciclo più completo e funzionale, diverso da quello tradizionale. 

Nella raccolta “classica” infatti, i materiali vanno divisi, si sporcano e serve molta energia per queste operazioni, con una resa in sostanza molto bassa.

Con il closed loop reuse invece noi recuperiamo il materiale in maniera certosina e lo riutilizziamo al 100%, con una resa dunque superiore e con un minor spreco di energia.

In Mixcycling crediamo molto in questo genere di pratiche: il consumatore diventa usufruitore di un materiale, che poi rimette in qualche modo in circolo e riutilizza per altri scopi in un altro momento.

Oltre ad essere virtuoso, questo processo è vantaggioso ed etico. Un connubio perfetto, che detta una strada precisa per un futuro più vantaggioso e indubbiamente più sostenibile.

Concludo questo breve articolo con le parole di un padre della chimica moderna come Lavoisier

Nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma.

Trovo si applichi molto bene al concetto di cui vi ho parlato. 

Tenendo in mente questa grande verità, ognuno di noi può avere la possibilità di guardare il mondo e la materia con occhi diversi, valorizzando lo scarto, rimettendolo nel ciclo delle cose.

Riabilitandolo, senza appesantire il nostro pianeta dell’ennesimo rifiuto da smaltire.Closed

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *