In uno dei precedenti articoli mi sono concentrato sull’importanza del contesto per lo sviluppo e la realizzazione di nuove idee rivoluzionarie. 

Oggi voglio parlarvi di uno dei modi tangibili e pratici in cui tali idee possono realizzarsi, economicamente e socialmente.

La parola del futuro sarà rete

Stiamo vivendo il tempo finale dell’individualismo, i titoli di coda di un mondo che vedeva nel singolo la chiave verso il successo e il progresso. Oggi non solo quel momento è passato ma ne stiamo pagando tutti le conseguenze, in termini economici, sociali e ambientali. Il futuro non è per i singoli ma per chi saprà costruire fitte reti professionali, umane ed economiche mobilitando persone, idee e riflessioni.

In parte questo nuovo pensiero sta già radicando in tante realtà produttive e il fatto che esse siano piccole o grandi imprese cambia poco le prerogative di questa riflessione.

Un nuovo modo di fare impresa che ben si collega alla premessa fatta passa inevitabilmente per il concetto innovativo e frizzante di crowdfunding.

Di cosa stiamo parlando?

Parliamo di crowdfunding quando ci riferiamo a un processo collaborativo di un gruppo di persone che utilizza il proprio denaro in comune per sostenere gli sforzi di persone e organizzazioni. È una pratica di microfinanziamento dal basso che mobilita persone e risorse.

(Wikipedia) 

Il concetto non è poi tanto sconosciuto come può sembrare: alla base di queste esperienze vi è una forte volontà di credere in un’idea condivisa e comune, proposta e discussa attraverso una fitta rete di rapporti economici e umani.

Prendo ancora un attimo d’esempio la piccola realtà Mixcycling, start up di cui vi ho già parlato altre volte. Mixcycling è stata la mia prima esperienza nell’ambito del crowdfunding.

Ho sempre trovato affascinante cercare nuove sfide da affrontare e questa non ha fatto eccezione: si trattava infatti di promuovere non soltanto una nuova realtà produttiva ma anche e soprattutto un’idea altamente innovativa, fondata sul riutilizzo di materiali, su impatti ambientali ridotti, su prodotti ecosostenibili.

Abbiamo scelto la strada del crowdfunding per condividere anche con altri la nostra visione e il nostro progetto. Non era una scelta scontata, anzi.

Cercando finanziamenti “esterni” e alternativi a quelli tradizionali che si richiedono per via bancaria quando si apre una nuova attività, non sempre è scontato trovare una risposta positiva durante la campagna di raccolta.

Per la nostra piccola realtà il budget di partenza sarebbe stato facilmente reperibile appunto tramite banca; tuttavia abbiamo fortemente creduto che un progetto comune dietro a questo lancio sarebbe stato non solo più interessante ma anche e soprattutto più coinvolgente. 

Non siamo stati smentiti: la raccolta fondi è stata chiusa ben due settimane prima della data di scadenza poiché già ampiamente soddisfacente. 

La ricchezza ulteriore che porto a casa dall’esperienza è il grande flusso di relazioni che questa iniziativa e questa nuova avventura hanno mobilitato. Durante la campagna “promozionale” e la raccolta dei fondi, ho avuto modo di comunicare con moltissimi futuri soci ed aziende interessate tramite call, approfondendo la conoscenza, creando una fitta rete di rapporti lavorativi e umani che tuttora persistono e si mantengono.

Molti si sono evoluti e sviluppati (siamo infatti in trattativa con alcuni soci per farli diventare anche utilizzatori di materiale) facendoci capire ancora di più l’effettiva utilità del crowdfunding come acceleratore di sinergie tra realtà, nuove o già radicate. 

Grazie al progetto Mixcycling insomma mi sono ulteriormente convinto della prioritaria questione del far rete e creare un tessuto umano attorno ad un’esperienza lavorativa, indistintamente dall’ambito specifico.

Avere followers (uso una parola comune con accezione molto diversa a quella praticata dai social network) significa costruire trame di ragionamenti, significa condividere un sogno e un obiettivo. Così si va lontano e si crea qualcosa di unico.

Vi porto un ultimo esempio e un’ultima realizzazione di questa “onda d’urto” che continua ormai dalla nostra adesione al crowdfunding e dalla nascita di Mixcycling: da questo progetto sono nate anche relazioni “extra lavorative” che mai pensavamo di sviluppare. Esse comprendono quegli ambiti che definirei quasi socio-pedagogici, come la condivisione dell’esperienza stessa.

Recentemente infatti sono stato coinvolto da diverse istituzioni in progetti di condivisione della nostra avventura: ho parlato di Mixcycling e di crowdfunding dentro una classe del Sole 24 Ore, recentemente ho registrato un poadcast proprio su questo argomento, sono stato coinvolto da Confindustria per portare la mia piccola testimonianza su questa pratica.

Sono tutte relazioni fondamentali per incrementare il movimento e far viaggiare le idee e stiamo perseverando in questa direzione di sviluppo: non “suoniamo campanelli” ma vogliamo creare una fitta rete di relazioni umane, lavorative, economiche e sociali che facciano crescere Mixcycling come una grande comunità e un luogo dove confrontare le proprie esperienze e metterle a disposizione degli altri.

Come già ampiamente scritto qui, il crowdfunding rappresenta in qualche modo il collante ideale per unire questi percorsi rendendoli comuni, è una sfida e uno strumento in più per quelli che vogliono aprire una piccola start-up creando reti e interazioni fondamentali.

Call to actions:

  • Se hai un progetto o vuoi aprire una start-up, informati sulle varie possibilità e facilitazioni che il crowdfunding può fornire alla tua realtà
  • Qualunque lavoro o ruolo tu ricopra all’interno del tuo ambito, cerca di creare reti di relazioni e sviluppale
  • Se ti piace condividere progetti innovativi, informati sulle realtà del tuo territorio che utilizzano questa tecnica di finanziamento

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