Mi sto focalizzando tanto, nel corso dei vari articoli di questo ultimo periodo, sul tema tanto scivoloso quanto pressante della plastica.

Perché? 

Credo non ci siano dubbi o perplessità nel sostenere con forza che questo dibattito alimenterà l’opinione pubblica negli anni e nei decenni che verranno e che il come riciclare o il come pensare ad un’alternativa alla plastica saranno fulcro di intensa discussione.

Siamo partiti dal concetto di materiale plastico, abbiamo analizzato la Guida alla Plastica appositamente ideata da Mixcycling per sensibilizzare i consumatori e anche i meno esperti sulle caratteristiche di questo materiale, oggi invece voglio entrare più direttamente dentro il grande discorso di un futuro più sostenibile e meno impattante.

La demonizzazione della plastica continua ovunque: sui giornali, durante le manifestazioni per l’ambiente, nei talk, perfino chi fa marketing oggi ha compreso che annunciando il non utilizzo di materiali plastici garantisce una visibilità pubblicitaria diversa.

Trovo tutto molto bello, ma attenzione: non è che mera utopia e convinzione sbagliata di qualcosa di irrealizzabile, senza un piano serio e alternativo.

Tutti oramai si fanno portavoce di una svolta green in ambito di materiali e la plastica è il nemico numero uno di quest’ampia fascia di popolazione: ma come eliminarla realmente, o sostituirla con materiali meno impattanti?

Teniamo presente un dato: si prevede che nel 2050 la popolazione mondiale arriverà a 9,7 miliardi. Questo (ulteriore) aumento porterà inesorabilmente a una serie di conseguenze tra le quali maggior richiesta di cibo (dunque di superfici coltivabili), necessità di conservare questi cibi, produzione di imballaggi, più plastica.

Se il paradigma produttivo non cambia rotta, questa è la strada che ci aspetta: più plastica entro il 2050, nonostante uno dei grandi obiettivi dell’UE sia proprio quello di arrivare entro il 2030 ad una filiera di sola plastica riciclata.

Tutti si stanno preoccupando del problema plastica, ma ci sono dei dati di fatto che devono farci riflettere: se, come dovrebbe accadere in seguito agli accordi mondiali presi dalla maggior parte dei paesi, avverrà entro il 2050 una decarbonizzazione al 100%, dovremmo verosimilmente produrre la plastica con altre tipologie di materie prime.

Esistono già alternative in questa direzione: il mais, per esempio, o la canna da zucchero. 

Con questa tipologia di prodotti però (di fatto figli della filiera alimentare) lo sfruttamento terriero agricolo aumenterebbe notevolmente, soprattutto nei paesi più poveri e bisognosi di cibo.

È uno dei tanti problemi dentro il problema e noi di Mixcycling stiamo studiando progetti innovativi che valorizzino gli scarti per la produzione di materiale plastico, in particolare sfruttando rifiuti.

Ci sembra l’unica strada possibile, quella di rimettere in circolo materiale di scarto per produrne di nuovo.

Teniamo in mente che la strada è ancora molto lunga ma anche che il 2050 è alle porte, quindi è indispensabile fare in fretta e soprattutto, farlo bene!

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