Sono giorni di grandi dibattiti mediatici: quale futuro per il clima e per le future generazioni? Parole come sostenibilità, transizione ecologica, green e politiche ambientali riecheggiano nell’aria come mantra, accompagnate da immagini dei problemi e dei danni funesti che tutti noi abbiamo imparato a conoscere durante questa calda estate.

C’è chi invoca l’intervento dei governi (riunitisi da poco nel G20 a Napoli), altri invece sono concordi a riconoscere l’importanza delle singole azioni individuali come punto di partenza. In questo articolo mi concentrerò sulle seconde.

Perché, direte voi?

Perché credo che una piccola goccia possa comunque cambiare il mare che bagna. 

È una banalità, certo, ma se tutti seguissimo comportamenti virtuosi o meno impattanti, non solo si lancerebbero messaggi decisivi anche a chi quei comportamenti ancora non li segue, ma soprattutto si potrebbero cambiare veramente le cose.

Un comportamento virtuoso porta inesorabilmente ad altri comportamenti virtuosi: abbiamo esempi numerosissimi, nel nostro paese.

Penso alla semplice scelta di eliminare, in molte università o biblioteche, i distributori di bottigliette in plastica monouso e fornire una borraccia in metallo ai ragazzi, con distributore di acqua gratuito. 

Penso a chi sceglie i mezzi pubblici o la bicicletta per andare a lavorare, diminuendo, oltre all’emissione di CO2, anche il classico “stress da traffico e da parcheggio” che tutti noi conosciamo bene.

Penso anche a coloro che non sono vegetariani ma che hanno scelto di consumare meno prodotti animali, scegliendoli da una filiera produttiva rispettosa dell’ambiente, che non speculi sulla salute e sugli ecosistemi, ma anche a chi produce secondo un’etica del rispetto verso la biodiversità.

Come vedete, ho portato soltanto alcuni esempi molto semplici per evidenziare l’importanza e il potere delle piccole abitudini: la politica può e deve fare molto, ma non serve una carbon tax, per esempio, per ridurre le emissioni. Possiamo già cominciare noi nel nostro piccolo.

Devo percorrere una strada breve per fare una commissione? Se possibile e se funzionale ai miei orari lavorativi lo faccio a piedi o in bicicletta, ne guadagnerò anche in salute. 

Allo stesso modo non serve una decisione solo politica sugli allevamenti intensivi, fonte di grande inquinamento, focolai di malattie, teatri di condizioni di vita pessime per gli animali. Anche qui le scelte e abitudini individuali fanno moltissimo: non serve necessariamente essere vegani o vegetariani, ma trasformarsi in consumatori consapevoli della necessità di una filiera produttiva sana e rispettosa della natura.

Diminuendo poi il consumo di carne settimanale al fabbisogno personale e non oltre, si diminuiscono per via indiretta le emissioni.

Sono tutti esempi di buone abitudini che possono benissimo far parte della nostra esistenza senza stravolgerla, anzi, arricchendola: il nostro vivere quotidiano può migliorare con queste piccole rivoluzioni quotidiane, se vogliamo cambiare.

Un’abitudine individuale può trasformarsi in una consuetudine collettiva, in una presa di coscienza del tempo nuovo che stiamo attraversando e che ci porterà indiscutibilmente ad una revisione delle priorità attuali. 

Capirlo prima degli altri significa farsi trovare pronti, senza aspettare diktat imposti dall’alto. 

Il futuro è oggi, nelle nostre buone scelte. 

Call to action

  • Se hai abitudini virtuose e sostenibili, promuovile agli amici! Spesso il classico passaparola vale più di mille altre azioni.
  • Costruisci delle reti con cui condividere queste abitudini. Fare le cose assieme aiuta e non fa perdere l’entusiasmo.
  • Persevera anche quando il mondo sembra andare in un’altra direzione: se oggi si parla di green e sostenibilità è perché vent’anni fa pioniere e pionieri del settore hanno testardamente percorso questa strada.

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